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Un giorno ricevo nel mio studio un bel ragazzotto di 30 anni che vuole mettersi in proprio. Si presenta con la compagna, due ragazzi pieni di speranze e voglia di realizzarsi.
Mi racconta la sua esperienza, ha sempre lavorato nel settore ed ora, considerato che è davvero bravo nel fare il muratore, ha deciso che è ora di finirla di farsi sfruttare dagli altri e che è arrivato il momento di mettersi in proprio.
Benissimo, hai maturato tanta esperienza nel settore edile, sai costruire una casa, un palazzo e altro, ma non basta.
Queste sono proprio le cose più semplici.
Gli racconto la storia di Filippo, giovane di belle speranze, che ha aperto un ristorante e dopo tre anni, accumulato debiti per 65.000 euro circa, si trova in una condizione da non capire più niente della propria gestione di impresa.
Arriva così l’ansia, la paura, il panico e alla fine dichiara fallimento perché così gli avevano consigliato: “tanto non ti succede niente e inizi un’altra attività”.
Peccato che le banche, che della tua vita di imprenditore sanno tutto, lo hanno bollato come “cattivo pagatore” e quindi gli hanno chiuso i rubinetti dei finanziamenti per ogni impresa successiva.
E allora caro Salvatore, bravissimo muratore, che devi fare per portare avanti la tua impresa di successo? Semplice, non ti basta più essere un bravo muratore, oggi devi imparare ad essere un bravo imprenditore.
Si formava sul campo, sbagliando e risbagliando. Non aveva un grossa cultura di impresa, anzi…
Ma ieri bastava aprire il tuo negozietto e i clienti arrivavano, cercavi di amministrare controllando solo le entrate e le uscite. Anche il codice civile diceva che l’Amministratore doveva operare con la diligenza del “buon padre di famiglia”, quindi senza grandi conoscenze ma utilizzando il buon senso.
Deve operare in un ambiente altamente competitivo, veloce, liquido. Quindi lo stesso codice civile gli richiede di operare come un “professionista”, non basta più il buon senso ma serve competenza e cultura di impresa.
Allora diventa indispensabile formarsi su quelli che sono i sistemi più efficaci per gestire un’azienda, su come gestire le risorse umane che costituiscono il vero motore dell’azienda.
Quindi partecipare a corsi, leggere libri sul tema specifico ma anche e soprattutto crescere come persone. Si perché prima di diventare buoni imprenditori bisogna diventare “uomini”, con buoni valori, buone convinzioni, buone credenze e con uno scopo nella vita. Quindi ben vengano i corsi di crescita personale.
Ti possono portare via tutto quello che hai in termini di beni, soldi, aziende, a volte anche affetti ma nessuno ti può portare via la “conoscenza”. Questa ti rimane dentro e ti aiuterà tutte le volte che sarai in difficoltà, ti aiuterà a ricominciare dopo ogni fallimento.
Salvatore a questo punto, mi chiede:
Dopo l’opportuna formazione, un buon sistema è senz’altro avere il controllo della propria azienda come un pilota ha il controllo del proprio aereo.
Pensa alla tua azienda proprio come un aereo dove tu, che sei il pilota, hai sott’occhio tutti i monitor nella plancia di comando, pronto ad intervenire non appena vedi segnali di allerta.
Da questo punto di vista ti voglio parlare di uno strumento molto utilizzato dalle aziende soprattutto americane. La BSC (Balance Scorecard) inventata da due economisti americani Kaplan e Norton.
L’azienda viene controllata da quattro prospettive diverse per cui nel nostro esempio da quattro monitor diversi il cui risultato viene riassunto in una valutazione complessiva da 0 a 100.
Il primo monitor esegue un controllo di tipo quantitativo, riguarda infatti il bilancio: il colore rosso (alert) si accende in presenza di passività che superano le attività, oppure quando l’indebitamento verso terzi è troppo alto, oppure quando l’utile operativo è troppo basso rispetto al capitale investito e così via.
Altre 3 prospettive riguardano l’aspetto qualitativo:
Quanto sono soddisfatti i tuoi clienti dei tuoi prodotti/servizi? Che opinione hanno su di te? Come potresti migliorare dal loro punto di vista? Per avere queste informazioni devi compiere delle azioni.
Il colore verde ci dice che le hai fatte, quello rosso ci dice che non le hai fatte.
Le azioni effettuate sono in linea con gli obiettivi prefissati? Se vado a migliorare le procedure relative all’evasione degli ordini dei clienti, il cliente è più soddisfatto e questo si traduce in un aumento del fatturato.
Un fornitore di materie prime puntuale e preciso mi aiuterà in questo senso. Anche qui sarà il colore del monitor che ci dirà se siamo in linea con le azioni pianificate.
Ho inserito nell’ultimo mese, o nei sei mesi precedenti, un nuovo prodotto? Quanto ho fatturato rispetto a questa innovazione?
Abbiamo detto che l’imprenditore deve continuamente acquisire conoscenza. È importante che questo venga fatto anche dai collaboratori. Se questi crescono anche l’azienda cresce. La capacità di crescita di una azienda è pari alla capacità del leader di far crescere i propri collaboratori.
È allora importante misurare il clima aziendale.
Quante ore sono dedicate alla formazione? Quanto i collaboratori intervengono suggerendo soluzioni? Qual è il tono emozionale delle persone in Azienda?
In ogni prospettiva su indicata ci saranno dei parametri soggetti a controllo.
Nell’area specifica del nostro sito parliamo del cruscotto di controllo aziendale, strumento basato sulla BSC su accennata, che rappresenta un valido strumento strategico di sviluppo che ogni azienda dovrebbe adottare per sentirsi al sicuro e dormire “sonni tranquilli”.
“Ma Francesco, io sono una piccola azienda e questo strumento va bene per le grosse aziende”
Niente di più sbagliato.
Il cruscotto è adatto anche alle piccole aziende, o meglio: alle piccole aziende che vogliono crescere e migliorarsi e vogliono evitare un giorno di poter dire: “Mamma ho perso l’azienda”.
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